12 NOVEMBRE – XXXII  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO.

73°  GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

Prepararsi all’incontro con il Signore.

La celebrazione della passione gloriosa del Signore, Figlio di Dio, non è un avvenimento del passato, ma è reso presente dall’azione dello Spirito e noi, partecipandovi  con  fede, ne veniamo coinvolti. Assumendo con impegno il Corpo e Sangue di Cristo, che si è offerto per la nostra salvezza, noi impariamo a donarci per la salvezza dell’umanità. Alla passione del Signore è seguita la sua gloriosa risurrezione per cui, con l’Eucaristia che noi celebriamo, viene alimentata la speranza della gloria futura. Ma dobbiamo vivere nella vigilanza tale attesa, così da essere trovati, alla venuta del Signore, pronti per entrare, come le vergini prudenti, con lui nel banchetto celeste.

Nella preghiera iniziale diciamo: « O Dio, voce che ridesta il cuore, nella lunga attesa dell’incontro con Cristo tuo Figlio fa’ che non venga a mancare l’olio delle nostre lampade, perché, quando egli verrà , siamo pronti a corrergli incontro per entrare con lui alla festa nuziale. Egli è Dio e vive e regna con te. … ».

Prima Lettura: Sap 6,12-16

In questa prima lettura sono delineate alcune caratteristiche della sapienza: essa è splendida, si lascia vedere da coloro che la amano, trovare da coloro che la cercano e previene coloro che la desidera facendosi conoscere.

« Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,  la troverà seduta alla sua porta ». Riflettere su di essa significa acquisire un’intelligenza perfetta e sarà senza affanni chi veglia  a causa sua; lei stessa va in cerca di coloro che sono degni di lei, apparendo loro benevola in ogni circostanza.

Cosa è la sapienza ci potremmo chiedere? E’ la Parola di Dio, la sua legge, il suo spirito. Bisogna allora cercarla, desiderarla, amarla. La si trova se la si chiede a Dio e se ci si rende degni di lei. Cristo Gesù, la Sapienza increata, generata dall’eternità, il Verbo di Dio del prologo del Vangelo di Giovanni è Colui che l’uomo dovrebbe ricercare, accogliere, amare e ispirarsi continuamente a lui, perché « il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi…. E noi  dalla sua pienezza abbiamo ricevuto: grazia su grazia » (Gv 1,14.16).

Seconda Lettura: 1Ts4,13-18

San Paolo, scrivendo ai Tessalonicesi per istruirli a proposito di coloro che sono morti, li esorta a non essere tristi come coloro che non hanno speranza, perché se i discepoli di Cristo credono che Gesù è morto e risorto, Dio, per mezzo di Gesù, li radunerà rendendoli partecipi della sua resurrezione.

Per confortarli davanti alla realtà della morte, continua, ancora, dicendo che, alla venuta del Signore, coloro che sono ancora in vita non avranno alcuna precedenza  su quelli che sono morti: quando il Signore si manifesterà, prima risorgeranno tutti i morti in Cristo e, quindi, anche coloro che saranno ancora in vita verranno rapiti  insieme con loro  per andare incontro al Signore e così essere sempre con lui. Per l’apostolo quello che importa è credere nel Signore risorto dai morti, causa e fondamento della risurrezione di tutti,  per essere sempre con lui nella gloria e, come dice nella parabola del Giudizio universale, «nel regno preparato per loro fin dalla fondazione del mondo ». I discepoli del Signore allora vedono la morte nella prospettiva della resurrezione di Cristo, il quale è « causa e primizia » della risurrezione di tutti.

Vangelo: Mt 25,1-13.

Nella parabola del Vangelo di oggi delle vergini, che attendono lo sposo, Gesù riprende il tema dell’incontro che gli uomini  vivranno alla venuta del Signore nella gloria. Nell’attesa dello sposo che tardava, dice Gesù, sia le cinque  vergini prudenti che  avevano preso dell’olio di riserva per le loro lampade, sia le cinque vergini stolte che non avevano provveduto a prende- re  dell’olio di riserva, si assopirono e si addormentarono.  A mezzanotte, al grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”, tutte le vergini si destarono e prepararono le lampade. Le stolte, allora,  dissero alle sagge: “ Dateci un po’ del vostro olio, perché le lampade si  spengono”. Le sagge, avendo risposto che l’olio sarebbe venuto mancare ad entrambe, invitarono le stolte ad andare a comprarlo.  Arrivando lo sposo, però, le vergini che erano pronte  entrarono alla festa di nozze e la porta fu chiusa. Ritornando le altre vergini cominciarono a dire : “Signore, signore, aprici! ”. Ma fu loro risposto: “ In verità io vi dico: non vi conosco ”.E Gesù, concludendo la parabola, esorta gli uditori a vegliare ed essere preparati perché non si sa né il giorno né l’ora in cui ognuno dovrà incontrare il Signore. Non bisogna, allora, farsi sorprendere senza  olio nella lampada, cioè senza la fede, la speranza, la carità se vogliamo partecipare al suo convito, che consiste nel vivere nell’intimità gioiosa con il Signore. Non dobbiamo farci trovare assopiti in comportamenti di calcoli imprudenti e insipienti, presi dalla tentazione di rimandare a domani l’impegno a vivere serenamente l’attesa del Signore, camminando nelle sue vie e vivendo la nostra fedeltà a lui.