4a DOMENICA   DI   PASQUA   

        IL   PASTORE  CHE  GUIDA  ALLA   SALVEZZA

   Cristo, il Figlio unigenito del Padre, la pietra angolare della fede, con

duce l’umanità ai pascoli della verità e della vita. Passando per la mor

te e risorgendo a vita nuova, è il vero buon Pastore che guida il suo po

polo per le vie della storia verso la meta eterna dell’incontro col Padre.

L’amore misericordioso di Gesù nei confronti di ogni uomo è la mani-

festazione della potenza salvifica del mistero pasquale.

 

    La Parola di Dio invita  oggi i credenti a riconsiderare e riscoprire laimmagine di Cristo: sia nel suo essere pastore che in relazione al greg-

ge. Pastore vuol dire, prima di tutto, servitore. In tutta la sua vita, ma soprattutto  nel dramma pasquale, Gesù si mostra servitore di Dio e degli uomini.

                GESU’   GUIDA  E   PASTORE  

   Quando si va in montagna non è raro imbattersi in un pastore che conduce il suo gregge ai piedi della montagna ai pascoli in fiore. Ai tempi di Gesù era un lavoro duro, ma anche molto comune e necessario per gua-dagnarsi da vivere. Nella  Scrittura  ricorre  spesso tale immagine per il-lustrare l’agire di Dio con il suo popolo. E chi ascolta Gesù mentre si de-finisce « buon Pastore », capisce perfettamente il senso teologico e messianico di tale dichiarazione: è l’inviato da  Dio  per  condurre gli uomini alla vita vera. 

   L’uomo preferisce sovente scegliersi il cammino   piuttosto che seguire

una via  tracciata da altri. Ma l’umanità ha bisogno di guide sapienti, di

maestri veri perché la gente vaga senza meta, e senza speranza e teme

un avvenire senza sbocchi.

   Gesù si presenta come l’unico Pastore. Un Pastore che si impegna,che

è particolarmente preoccupato della vita  delle sue  pecore,  che paga di

persona per la loro salvezza. Lui le conosce, esse lo seguono: conoscen-

za vera, basata sull’amore, che è intimità  profonda. La stessa che uni-

sce Gesù al Padre. Ogni uomo non è semplicemente l’ altro, ma per Ge-

sù è una persona conosciuta, amata, speciale perché unica: il suo volto,

la sua vita è profondamente legata a quella del Pastore.

    Come ogni pastore, è una guida che non si accontenta di indicare il

cammino senza lasciarsi coinvolgere nell’avventura dell’esistenza: precede e

accompagna il gregge. Cammina con le sue pecore, fa conoscere

la sua voce: non impone la sua presenza ma lascia a ognuno la propria

libertà. La libertà di smarrirsi per poi farsi trovare e riprendere insieme

il cammino.

         I  GESTI    DEL  VERO   PASTORE 

   I tre  momenti della missione del buon Pastore sono: il suo ministero, durante la sua vita pubblica; il dramma della sua passione, morte-risurrezione; le apparizioni da Risorto. Gesù non ha  dato vita ad una scuola di sapienza, per discutere teorie. Ha predicato alla gente che lo seguiva, che lo incontrava, che lo cercava,  avvicinandosi a loro e cer-cando di creare sempre  una relazione  diretta con  i  suoi uditori. Ha associato i suoi discepoli  alla sua missione  sulla  terra, invitandoli a condividere la responsabilità del Vangelo e inviandoli a due a due ad annunciare l’avvento del  Regno. Come  vero  Pastore, ha  lasciato  ai suoi e a tutta la Chiesa il dono del suo Corpo e del suo Sangue, segno di quell’amore che giunge fino al dono della vita. Dopo la Pasqua, il Risorto riprende il suo servizio come Pastore universale: non  c’è  più altro nome nel quale poter essere salvati (cf At 4,12).  

    L’atmosfera che si sprigiona dai racconti del Risorto è quella della gioia, della pace, di una particolare condiscendenza del Cristo verso i suoi amici. Dopo la risurrezione, Gesù non muove loro dei rimproveri, salvo quello di richiamarli alla fede e alla comprensione della sua parola, ma li conforta, cammina accanto a loro come pellegrino sulle strade della storia, condivide con loro il banchetto fraterno.   

  La missione di Cristo, continuata dagli apostoli e dai loro successori, ha visto il succedersi di molti pastori nella storia della Chiesa. Hanno avuto e hanno il compito di rendere visibile la presenza di Cristo: sono chiamati « ministri » del Signore, vale a dire servitori di Cristo e dei loro fratelli e specialmente dei poveri.

 

          PREGHIERA

 

Gesù, bello e buon pastore,                 Tu sei sceso, li hai chiamati

hai visto i tuoi fratelli                          per nome, la tua voce dolce

smarriti, preda dei lupi,                      e forte hai svegliato la speranza

ingannati dai mercenari,                     ti hanno seguito, sono rinati.

laceri e affamati nel deserto.                Non ti è bastato. Li volevi figli

Hai detto al Padre: « Vado io ».             come te. In loro hai trasfuso

E lui ti ha lasciato partire,                   la tua stessa vita e il Padre ti

perché il grido degli altri figli                ha reso Pastore, per sempre.

aveva già trafitto il suo cuore.