4 MAGGIO – 3a Domenica di  Pasqua

L’incontro  con i due discepoli di Emmaus.

Con la risurrezione di Gesù inizia il cammino della Chiesa e quello dei due discepoli, che vanno verso Emmaus e  lo riconoscono nello spezzare il pane.

Questo cammino rappresenta il percorso di fede  che  parte dall’ascolto delle Scritture, culmina nello spezzare il pane dell’Eucaristia, memoriale del sacrificio di Cristo, e rimette i discepoli in cammino di testimonianza di quello che hanno sperimentato con il Signore risorto.

I discepoli di Emmaus fanno trasparire delusione e tristezza, perché gli eventi che attendevano non si sono verificati e, perciò, la loro speranza è infranta. Sono frustrati per il fraintendimento che essi hanno della figura del Messia, che non contempla la passione, per cui la notizia della risurrezione di Gesù resta per loro inaccessibile. Essi, mentre si allontanano da Gerusalemme, si allontanano dal luogo della crocifissione, dalla comunità dei discepoli. Conversano e discutono manifestando una memoria conflittuale degli eventi accorsi a Gesù e nel pellegrino, che si accompagna loro lungo il cammino,  non riescono a riconoscerlo e comprenderlo  risorto.

Il pellegrino, a differenza dei due, interpreta le Scritture e gli eventi partendo dalla gloria: « Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria ?» (Lc 24,26). Gesù inserisce la passione all’interno del piano di salvezza che ha il suo centro nella risurrezione. Egli, con delicatezza, accompagna i due nel cammino di fede, così come la Chiesa è chiamata a fare con gli uomini di oggi, accostandoli,  ascoltandoli, camminando con loro e accompagnandoli con pazienza, fino a far loro scoprire la sua presenza: « quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro » (Lc 24,30).

Con il richiamo dell’Ultima Cena, Gesù lega l’Eucaristia agli eventi pasquali e viceversa, rendendoli attuali ed efficaci quando vengono rivissuti nel suo memoriale. Così i discepoli, riconoscendolo nello stesso momento in cui scompare e sostituendo  alla vista e percezione fisica la fede in lui, rileggono il loro cammino e la vicenda di Gesù alla luce dell’esperienza del Risorto.

La comunità ricostruita.

Incontrare Gesù risorto comporta un ritornare dagli altri fratelli, per raccontare la propria esperienza del Signore e, come i due, « Ritrovare riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro »(Lc 23,33). Così ci si riconosce nella comunione ecclesiale, dalla quale ci si allontana per vari motivi, e che intorno alla fede nel Risorto viene ritessuta.

In tutte le letture della Parola di Dio di questa domenica centrale è la narrazione degli eventi pasquali, con tutte le emozioni e livelli di comprensione propri dei vari personaggi a cui Gesù appare.

Il Cristo risorto è sempre presente nella Chiesa, specialmente nei sacramenti pasquali, cioè nell’Eucaristia. In essa noi lo riconosciamo come il Cristo crocifisso e risorto, che ci accompagna nel nostro pellegrinaggio  nel mondo. Lo riconosciamo non separati l’uno dall’altro, ma tutti insieme. La comunità cristiana, che si raccoglie per spezzare il pane, è il segno dell’ « umanità nuova pacificata nell’amore », l’amore che deriva dal Figlio  di Dio, « vittima di espiazione per i nostri peccati ».

Siamo fratelli, dotati dell’identica e della più grande dignità che è quella di essere  figli di Dio. Parte da qui la carità vicendevole  e la speranza di essere un giorno in comunione con Gesù risorto. Rimeditando questo e applicandoci a metterlo in pratica, facciamo l’esperienza della « rinnovata giovinezza  dello spirito » di cui parla una colletta. Gli anni che trascorrono  possono sì lasciare in noi  tracce di vecchiezza, ma non nella vita interiore che già è una condivisione  della risurrezione di Gesù.

Prima Lettura: At 2,14.22-33.

Dopo lo strazio della passione, sopportata per portare  a compimento il piano divino, misterioso e salvifico, Gesù è risuscitato dal Padre. Così, quello che era un fallimento risulta una riuscita. Adesso quel che importa è di accogliere tutta la grazia contenuta  nel mistero della morte e della  risurrezione. Non sappiamo per quale ragione Dio per la salvezza dell’uomo abbia scelto  il cammino della croce: appartiene al suo segreto insondabile. Di fatto dalla croce fluisce  la grazia che ci riconcilia con lui.

Seconda Lettura: 1 Pt 1,17-21.

La narrazione degli eventi pasquali, sui quali questa lettura ci fa riflettere, sottolinea i risvolti pratici che essi hanno nella vita dei credenti: la Chiesa è la comunità  di coloro che credono in Dio e si riconoscono nella comune fede nel Cristo crocifisso e risorto.

Se siamo stati liberati dal peccato con un prezzo altissimo, impensabile: il Sangue di Gesù, ne proviene che siamo stati amati con un amore  davvero grande, immenso, poiché il Figlio di Dio ha dato per noi  la sua vita e ci ha posti in rapporto filiale col Padre (1 Pt 1,21).

Dunque l’uomo deve ben contare agli di Dio, se per liberarlo Gesù è morto in croce. E’ un disegno – come dice san Pietro – che è stato oggetto della scelta divina « già prima della fondazione del mondo »: disegno eterno, manifestatosi negli ultimi tempi « per voi ». Cioè per tutti noi, e per ogni uomo che in Gesù  è stato concepito e salvato.

Se i cristiani, nel mondo, vivono come stranieri, ciò non significa che sono alieni. Anzi, un cittadino straniero partecipa attivamente ed con pieno coinvolgimento nella terra dove abita, ma contemporaneamente sa di essere cittadino di un’altra patria, quella verso la quale il cristiano si sente in cammino. Questo è il senso del camminare dei due discepoli del Vangelo verso l’Emmaus, come anche il nostro: siamo in cammino, condividendo un tratto di percorso, accompagnati da Gesù che ci spiega le Scritture e ci fa comprendere, coinvolgendoci, le sue vicende, fino al suo riconoscerlo risorto nello spezzar del pane.

Vangelo: Lc 24,13-35.

I discepoli di Emmaus sono guidati da Gesù a rileggere la Scrittura e a trovarvi che la passione sopportata dal Signore, per entrare nella gloria, non è stato un  incidente improvviso e contrario al disegno di Dio, ma ne è stata il compimento. Questa « provvidenza » della passione ora prosegue in noi, non senza suscitare incomprensione a motivo della tardezza e ottusità  del nostro cuore. Dobbiamo anche noi tornare  alle Scritture per attingervi conforto alla fede e alla speranza. Dobbiamo chiedere a Gesù che sia lui a introdurci in esse e a spiegarcele in modo tale che ci arda il cuore, come ai due discepoli.

Osserviamo poi che Gesù è riconosciuto  alla frazione del pane, all’Eucaristia: là è avvertita la sua presenza  e la sua compagnia. Spiegazione delle Scritture  e frazione del pane: è già la nostra Messa, cui prendiamo parte  per poter compiere con Gesù la nostra Pasqua.