9 NOVEMBRE – XXXII  DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO.

Cristo Gesù, tempio del Dio vivente.

In questa Domenica la Chiesa celebra la Festa della Dedicazione della BASILICA LATERANENSE, cioè la Basilica Cattedrale della Chiesa di Roma, ritenuta madre di tutte le Chiese di Roma e del mondo, eretta da Costantino nel 314-315 d.C. e  sede del Papa, in quanto vescovo di Roma e successore di Pietro, la roccia della Chiesa, a cui Gesù affidò il compito di « confermare nella fede  i suoi fratelli ».

Nella preghiera iniziale chiediamo al Padre celeste, lui « che prepara il tempio della sua gloria con pietre vive e scelte, di effondere sulla Chiesa il suo santo Spirito, perché edifichi il popolo dei credenti, che formerà la Gerusalemme del cielo »

Questa festa della Dedicazione, celebrata in tutto il mondo cattolico di rito romano e ambrosiano, vuole esprimere la comunione di fede con questa « Chiesa madre ».

Prima Lettura : Ez 47,1-2.8.9.12.

Ezechiele, nella sua visione profetica descritta nella Prima Lettura, vede scaturire dal tempio acque salubri, che danno vita a sorgenti perenni. Questo  tempio sarebbe un’immagine del nuovo tempio del Corpo di Cristo, da cui sgorga lo Spirito che sarebbe stato effuso sui credenti in lui e che avrebbe ridato vita nuova e feconda all’ umanità. E come le acque della visione dove giungevano, risanavano, così lo Spirito del Padre e del Figlio avrebbe ridato vitalità nuova ai credenti, purificando e risanando  le anime, che avrebbero prodotto frutti abbondanti di grazia e di bene.

Seconda Lettura: 1 Cor 3,9-11.16-17.

San Paolo scrive ai Corinzi dicendo che il nuovo  e vero tempio non è formato da pietre materiali in edificio esteriore, ma dai credenti in Cristo, che in lui, pietra viva e angolare, sarebbero stati edificati, come anche san Pietro scrive ai cristiani. Questi, dallo Spirito Santo che inabita in loro, sono resi tempio vivente del Cristo, su cui edificare la propria esistenza se non si vuole andare in rovina, coma la casa della parabola fondata sulla sabbia. La santità di questo tempio spirituale, costituito su Cristo dai credenti, è garantita dalla santità di Dio, dalla loro adesione di fede a Lui e dalla testimonianza delle opere buone che continuano l’opera del regno del Signore.

Vangelo : Gv 2,13-22.

Nel Vangelo di questa festa, Gesù ribadisce che il vero culto a Dio non è legato tanto ad un edificio materiale quanto al culto che sale dai cuori purificati, in spirito e verità, come disse alla samaritana. Riafferma davanti ai Giudei, soprattutto,  prendendo lo spunto dal tempio materiale, ridotto ad un luogo di mercato,   distruggendo il quale « io in tre giorni lo farò risorgere », (intendendo il suo corpo, come annota l’evangelista Giovanni ), che   sarà il suo Corpo risorto il nuovo tempio, la sua persona ricolma dello Spirito. La lode e l’adorazione che allora dovrà essere rivolta al Padre deve avvenire in comunione con lo zelo religioso di Gesù, che nell’Eucaristia, sacramento pasquale del suo sacrificio al Padre, trova la sua massima espressione e la nostra sacramentale e reale partecipazione.

Nel banchetto eucaristico, in cui celebriamo il mistero della passione e risurrezione di Cristo, attualizziamo  questo evento che è unico, del passato, ma che lo Spirito del Padre e del Figlio ci rendono  presente nel nostro oggi, ma  vi dobbiamo partecipare con fede.

La partecipazione non può essere passiva, ma assumiamo con impegno il Corpo e Sangue  che il Signore    ha offerto nella passione per la nostra salvezza. Alla passione è seguita la risurrezione, per cui noi, nell’Eucaristia e da essa, attingiamo la « speranza della gloria », a cui parteciperemo in quanto il Corpo e il Sangue di Gesù sono caparra dei beni futuri.