29 GENNAIO-IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO(A)

La Domenica, giorno del Signore, ci raduniamo per esprimere la nostra adorazione, il ringraziamento e la lode a Dio e per celebrare il banchetto in cui il Signore si dona con il suo Corpo e il suo Sangue, in cibo di comunione con lui e tra noi. Tutto questo non deve essere vissuto con segni solo esteriori ma viverlo con l’intimo del cuore e con tutta l’anima. Deve essere anche un impegno di amare i fratelli nella realtà di Cristo, che dona la  sua vita per noi, e ci insegna a fare altrettanto per i fratelli. 

Nella Colletta iniziale preghiamo dicendo: « O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno, dona alla tua Chiesa di seguire con fiducia il suo Maestro e Signore sulla via delle beatitudini evangeliche ».

Prima Lettura: Sof 2,3; 3,12-13.

Il profeta Sofonia esorta tutti i poveri della terra a cercare il Signore, ad eseguire i suoi ordini, cercando la giustizia, l’umiltà, per essere « trovati nel giorno dell’ira del  Signore al riparo ». Nel suo popolo il Signore lascerà un « resto » che sarà un popolo umile e povero, che confiderà nel suo nome, non opererà iniquità e non profetizzerà menzogne, la sua lingua non sarà fraudolenta  e potrà vivere tranquillo senza che nessuno lo molesti. Gli umili e i poveri che confidano nel Signore troveranno in lui rifugio, perché il Signore rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati e libera i prigionieri; ri- dona la vista a  chi è cieco, rialza chi è caduto, ama  i giusti e protegge i fore- stieri; sostiene l’orfano e la vedova, sconvolge le vie dei malvagi perché egli dura per sempre di generazione e generazione, come ci fa riflettere  il Salmo 145 che la liturgia della Parola  oggi ci fa pregare.

Seconda Lettura:  1 Cor 1,26-31.

San Paolo, scrivendo ai Corinti, ricorda di considerare la chiamata che Dio ha fatto loro e che tra essi non ci sono molti sapienti, dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Dio infatti ha scelto quello che è stolto per il mondo per confondere i potenti e quello che è debole per confondere i forti; quello che è ignobile, disprezzato e nulla lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, cosicché nessuno può vantarsi di fronte  a Dio per ciò che da lui, con lui  e per lui  viene realizzato. Continua dicendo  che è grazie a Dio che si è in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio  è diventato per i credenti sapienza, giustizia, santificazione e redenzione. Così chi vuol vantarsi, si vanti nel Signore. Davanti al giudizio di Dio la potenza, la nobiltà, la cultura, la sapienza del mondo, a nulla valgono per la nostra salvezza, se non sono vissute secondo la modalità e la logica di Dio Padre e di Gesù Cristo, suo Figlio, che è venuto nella nullità della carne e nell’obbedienza della croce per realizzare la salvezza dell’uomo. Nessuno può quindi vantarsi di qualche proprio  merito e tutti siamo racchiusi nella misericordia di Dio. Egli ha redento il mondo per mezzo del sacrificio del Figlio sulla croce, ritenuta stoltezza, debolezza e ignobile dalla mentalità del mondo. Dalla povertà di Cristo, che da ricco che era nella condizione divina si è fatto povero per noi, e dalla sua umiltà, essendosi umiliato, l’uomo è stato redento. Davanti a tanto esempio le nostre pretese o vanità perdono certamente la loro valenza mondana.

Vangelo: Mt 5,1-12.

Le beatitudini che Gesù proclama sono un cammino opposto alla logica e alla mentalità del mondo. Solitamente il mondo considera beati coloro che sono ricchi nella materialità dei beni e non hanno problemi di sorta, coloro che godono sulla terra e fanno valere i propri diritti con astuzia e sotterfugi o con prepotenza. Gesù esalta la povertà e il distacco dai beni terreni, riportandoli al loro giusto valore di mezzo, da utilizzarsi non egoisticamente solo per sé  ma a servizio dei fratelli; la mitezza che conquista i cuori e bandisce ogni forma di violenza e sopraffazione; la misericordia nel perdonare anche ai propri nemici e a eventuali persecutori a motivo della fede; la sete di giustizia di cui si sarà saziati; la pazienza nelle sofferenze e nel pianto in cui si sarà consolati; la purezza e la limpidezza del cuore per cui si vedrà facilmente Dio; l’essere operatori di pace per potersi chiamare ed essere figli di Dio; il sopportare  persecuzione o ogni forma di male  per causa  di Cristo e ralle- grarsene perché grande sarà la ricompensa nei cieli. Il credere e realizzare  questo capovolgimento di mentalità richiede coraggio e vi si riesce se si è motivati da una forte e costante fede e dall’abbandono nelle mani del Signore. Il percorrere questa strada evangelica fa sperimentare fin da questa terra  la beatitudine, la serenità, la gioia e la pace, che certamente saranno pienamente date nella visione beata del regno dei cieli.

29 GENNAIO : GIORNATA MONDIALE DEI MALATI TI  LEBBRA.

2 FEBBRAIO: FESTA  DELLA  PRESENTAZIONE  DI  GESÙ  AL  TEMPIO (LA CANDELORA)

- GIORNATA MONDIALE  DELLA VITA CONSACRATA.

- LA SANTA MESSA SARÀ  CELEBRATA ALLE ORE  18.30