17 SETTEMBRE – XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. (Anno A)

USIAMO MISERICORDIA  VERSO I FRATELLI COSÌ COME FA DIO  CON  NOI.

Quando la comunità cristiana nella Domenica, giorno del Signore, celebra l’Eucaristia e riceve il Corpo e Sangue di Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, la potenza del Signore trasforma la nostra vita, i nostri sentimenti, e ci trasfigura interiormente. Nelle preghiere eucaristiche l’azione dello Spirito Santo rende presente il Cristo  nel pane e nel vino, che diventano il suo Corpo e il suo Sangue. Così la Chiesa, raccolta attorno a Cristo è nutrita dalla sua Parola e dalla sua presenza sacramentale.

Ancora. L’assemblea liturgica riceve il perdono di Dio che ci rinnova nel cuore e lo Spirito Santo, aprendoci al pentimento e alla conversione, ci dà un cuore nuovo, la forza di perdonare a nostra volta i fratelli, la luce che ci guida nelle scelte quotidiane. Dio,  nella sua liberalità e non per i nostri meriti, per la mediazione di Cristo suo Figlio, ci fa dono del suo Spirito che rende gioiosa la nostra vita.

Nella Colletta iniziale preghiamo dicendo: « O Dio, che ami la giustizia e ci avvolgi di perdono, crea in noi un cuore puro a immagine del tuo Figlio, un cuore più grande di ogni offesa, più luminoso di ogni ombra, per ricordare al mondo il tuo amore senza misura. Per il nostro Signore Gesù Cristo... ».

Prima Lettura: Sir 27.30-28.7

Un forte ammonimento ci viene oggi dalla lettura del Libro del Siracide:  non dobbiamo covare odio, rancore e  vendetta nel nostro cuore, perché questi sentimenti di peccato sono sempre presenti davanti al Signore. Il perdono dato al prossimo per le offese e la preghiera ci ottengono la remissione dei nostri peccati. L’uomo, che è soltanto carne e che conserva rancore verso il proprio simile,  non  può ottenere guarigione dalla collera se non  usa miseri- cordia nei suoi confronti, né  può supplicare e ottenere il perdono da Dio per i propri peccati. Ci esorta infine a ricordarci della nostra dissoluzione e della morte, a smettere di odiare, a restare fedeli ai comandamenti e ai  precetti, a non odiare il prossimo, a dimenticare gli errori altrui e a restare fedeli all’Alleanza dell’Altissimo. Tutte queste cose Gesù ce li ricorda nella preghiera del Padre nostro, e  ci esorta, ancora, in una delle beatitudini, ad essere misericordiosi verso i fratelli se vogliamo trovare misericordia  e perdono per le nostre colpe. Né possiamo dimenticare che il perdono, specie in diverse circostanze, ci viene difficile esercitarlo verso gli altri senza la grazia di Dio e la forza e ci viene da Lui.

Il Salmo, ci esorta a benedire Dio e il suo santo nome per tutti i suoi benefici e perché eserciti il suo perdono, guarisca tutte le nostre infermità, ci circondi di bontà e misericordia. Poiché l’ ira di Dio verso l’uomo non rimane in eterno, non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe, Egli chiede, alle sue creature a ai suoi figli, di avere gli stessi sentimenti e atteggiamenti verso i propri simili.

Seconda Lettura: Rm 14,7-9

L’apostolo Paolo ci ricorda che noi tutti  viviamo o moriamo non per noi stessi, ma se viviamo, viviamo per il  Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Siamo del Signore e a lui  apparteniamo, perché Cristo è  morto ed è risorto  alla vita: egli è infatti il Signore dei morti e dei vivi. Fondati in questa coscienza di essere non per noi stessi ma per il Signore, di appartenere a lui, dobbiamo rispettare e accogliere la diversità dei nostri fratelli e dei nostri simili, e trattarli come vorremmo essere trattati noi, avendo verso di loro gli stessi sentimenti e atteggiamenti che Dio ha per ognuno di noi, così da eliminare divisioni, odi, rotture e costruire relazioni di fraternità, di amore, di perdono e collaborazione fraterna.

Vangelo: Mt 18,21-35

Gesù, a Pietro che gli chiede quante volte deve perdonare al suo fratello che commette colpe contro di lui, se fino a sette volte,  risponde: « Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette ». Volendo far comprendere ciò, attraverso la parabola del re che vuole regolare i conti con i suoi servi e  condona al servo, che lo supplica di non vendere lui, la moglie, i figli e quanto possedeva per saldare il grosso debito, i diecimila talenti,  che non poteva restituire, e che a sua volta avrebbe dovuto condonare il debito ad un suo compagno che gli doveva la somma irrisoria di  cento denari, Gesù ci insegna che è necessario che noi perdoniamo facilmente di cuore agli altri le loro colpe se vogliamo il perdono del Padre celeste per le nostre, che sono più gravi di quelle che gli altri contraggono con noi. Poiché noi abbiamo sempre bisogno del perdono di Dio per tutte le volte che gli chiediamo di perdonare le nostre colpe, così dobbiamo perdonare le offese degli altri verso di noi. Siamo, allora, quasi noi a dare a Dio la misura del perdono per i nostri peccati:  quante volte vogliamo il perdono da Dio per noi, tante volte dobbiamo esercitarlo di cuore verso i fratelli che ci offendono. Il perdono verso gli altri deve essere autentico come lo è quello di Dio, che ce lo rinnova e lo rende presente nell’Eucaristia, donandoci il  Corpo e  il Sangue di Gesù, versato per  la remissione dei nostri peccati.

OGGI SI CELEBRA  LA GIORNATA DI SENSIBILIZZAZIONE PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO ATTRAVERSO LE OFFERTE DEDUCIBILI, CHE POSSONO ESSERE FATTE FINO ALLA FINE DEL MESE DI DICEMBRE  PER IL 2023.

Ultimo aggiornamento (Sabato 16 Settembre 2023 10:05)